Non è argomento per donne

“Quando sento una donna parlare di tattica mi viene il voltastomaco.”

Con questa frase Fulvio Collovati si è guadagnato una sospensione dalla RAI e dalla trasmissione “Quelli che il calcio” suscitando non poche polemiche social tra chi lo difende (uomini) e chi pensa che sia stata una giusta decisione (uomini e donne).

Premetto che il calcio non mi interessa, come non mi interessano tante cose, non necessariamente perché sono nata con la vagina.

Tuttavia il calcio ha fatto e fa parte della mia vita, chi scrive è figlia di un ex allenatore e sorella di due ex giovani promesse.

Ho letteralmente mangiato pane e pallone a casa sin da ragazzina, avendo poi lavorato in un bar per anni è inutile dire quante risposte simili a quelle di Collovati abbia sentito ogni maledetta Domenica, non necessariamente rivolte alle sole donne, bensì in generale.

(Mio padre sostiene tuttora che il 90% delle persone che parlano di calcio in tv non ne capiscano un beneamato calippo, soprattutto quello che lui identifica come “il marito della cuoca”, ma questa è un’altra storia.)

Tornando a noi, tra i commenti del popolino social ho letto un originalissimo “adesso vado in tv a parlare di unghie e smalti”, scritto ovviamente da un uomo, al quale ho risposto che nessuna donna si riterrebbe offesa se lo facesse e che in televisione al giorno d’oggi c’è spazio per tutti.

E va bene così.

In quanto donna non mi offenderei certo se un uomo mi parlasse di unghie e smalti, non trovo che sia un argomento riservato alle donne, del resto le unghie ce le abbiamo tutti, come i piedi per giocare a calcio, chi mai vedrebbe qualcosa di particolare in un maschio con lo smalto?

Senz’altro un uomo, lo stesso tipo di uomo che ritiene che una donna non possa parlare di tattica calcistica, tifare per una squadra, guidare bene qualunque mezzo provvisto di motore, saper aggiustare quel motore eccetera eccetera… non è roba per noi, lo dicono loro.

Ma cerchiamo di non divagare e torniamo al pallone.

Statisticamente è così, le donne che “ne sanno” di calcio sono meno degli uomini che ovviamente sono tutti esperti di tattica, affondo, contropiede, fuorigioco e altri termini presi a casaccio dal glossario calcistico di wikipedia.

Ce l’hanno nel DNA, nascono col cromosoma Y e di conseguenza possono parlarne al bar come in televisione, su internet, con gli amici, da soli e alle loro compagne che fingono di ascoltarli mentre sfogliano l’ultimo numero di “Centrini ed altre meraviglie da fare all’uncinetto”, altra cosa che sappiamo fare noi donne moderne, oltre a metterci lo smalto.

Ricordo che nel 99 Carolina Morace, ex nazionale femminile con un carnet di tutto rispetto, venne assunta come allenatore della Viterbese e i commenti sessisti si sprecarono anche in quel caso.

Una donna che allena una squadra di calcio maschile, ma come osa?

E stiamo parlando di una calciatrice, di una professionista, di una che PUO’ parlare di tecnica senza che a qualcuno si ritorcano le budella.

“Non può entrare negli spogliatoi!” dicevano allora.

Ovvio, perché mettersi un paio di mutande per i giocatori era troppo difficile, perché gli spogliatoi maschili sono senza porte e gli uomini veri discutono di schemi a palle all’aria, sennò non si concentrano sulle palle che devono rincorrere.

Nonostante tutto la Morace finì col rassegnare le dimissioni dopo la seconda giornata di campionato, per la gioia dei capiscioni del bar sport, che seduti su quella panchina avrebbero fatto tutti certo meglio di lei, come chiunque farebbe meglio di Mourinho.

Parliamo di vent’anni fa eppure sembra ieri, anzi no, è ieri.

Perché oggi siamo ancora qui, con l’argomento tabù per noi.

Se a Collovati viene mal di stomaco a sentire una donna che parla di calcio, Costacurta ci informa che se Wanda Nara fosse stata sua moglie l’avrebbe cacciata di casa.

Naturalmente, se già una donna che parla di calcio è troppo, figuriamoci una che fa l’agente del marito giocatore “che pensa solo ai soldi”, in questo microcosmo popolato da buoni samaritani e Jerry Mc Guire, si sa che tutti gli altri procuratori sportivi (maschi) lo fanno per la gloria.

Per le donne del calcio c’è il Grande Fratello, al massimo possono fare quello, come la moglie di Totti o la madre del “prossimo Totti” (Zaniolo).

Che Wanda Nara segua l’esempio della Colombari e delle altre subrettine, si limiti a fare la moglie bona e non parli di calciomercato.

La domanda del Vanityloquio di oggi è molto semplice, visto e considerato che il calcio non sarà mai argomento per donne (nemmeno se competenti in materia), quale argomento è il nostro pallone? Dov’è che il maschio alfa non può mettere bocca? Esiste qualcosa, qualsiasi cosa, che rappresenti l’universo femminile in maniera così marcata e delineata?

Qualcosa che ci costringa a prendere il maloox se un Collovati qualsiasi ne parla?

Nel video in questione, Kessisoglu tenta di stemperare la polemica con una battuta, invitando le donne a tornare in cucina (dove un tempo l’uomo si vantava di non aver mai messo piede in vita sua), ma oggi i maschi sono tutti chef stellati, tutti CarliCracco… no, la cucina non è più roba solo per donne e non è mai stato così.

La moda? Mapperfavore, sono tutti stilisti.

Bellezza? Visagisti e make up artist maschi? Quanti ne volete.

La musica? Chiedere a Francesco Renga.

La politica? Hahahahahah, maddai, zitta donna! mangia il tuo gelato!

La maternità? Certo, gli uomini non possono partorire ma possono dirti come farlo nel migliore dei modi. Senza contare che l’ultima persona che mi ha detto “tu non sei madre, non puoi capire” era un uomo.

Il sesso? Per carità, è risaputo che le donne non lo fanno mai e quando lo facciamo nemmeno ci piace. Ma se non lo facciamo abbastanza diventiamo isteriche, se lo facciamo troppo diventiamo troie.

Scava, scava… che ci rimane?

Il ciclo mestruale, il nostro pallone sono le mestruazioni.

Ne possiamo parlare tranquillamente quando non ci rendono nervose.

E ovviamente possiamo parlarne solo finché ci vengono. Dai cinquanta in poi, mute dobbiamo stare.

Tanto a quell’età siamo da rottamare per Yann Moix, figuriamoci per l’uomo comune, tifoso-tuttologo che popola la terra.

Italia, Europa, Mondo. Anno duemiladiciannove.

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5 commenti su “Non è argomento per donne

  1. Inutile dire quanto siano stati imbarazzanti i commenti delle donne sull’accaduto( in primis la moglie di Costacurta) o di quelle che desideravano un fidanzato geloso come Insigne che per gelosia nega i social alla moglie o la manda a dormire sul divano. Insomma…c’è ancora mooooolto da fare! E dovremmo pure ringraziare se non ci mettono al rogo!

      • comunque io wanda nara la butterei fuori da qualunque casa…insieme a costacurta..antipatico come il peccato anche quando giocava ( e io di calcio un pò ne mastico eh ti ricordi le mie notti mondiali?:)
        Siamo talmente indietro che non ci troviamo più..ahimè

        • Pensa, io ho scoperto in questi giorni l’esistenza di questa Wanda Nara, sarà anche odiosa ma di fatto se fosse stato un uomo a fare il procuratore sportivo del marito di certo penserebbe solo ai soldi anche esso.
          E nessuno gli guarderebbe il culo come io guardavo quello di Hulk durante le nostre notti mondiali 😉

  2. Una donna può parlare di calcio ma se un uomo mi parla di unghie e smalti, a meno che non faccia il rappresentante di prodotti di profumeria, lo catalogo come culattone, si deve solo poi verificare se mettinculo o piglianculo. Non arrabbiarti non sono omofobo anzi più ce ne sono minore è la concorrenza! W i culattacchioni!

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